I quadri diventano storie

"La passeggiata di Rebecca" di Beatrice Salati
Era una giornata di primavera, il sole stava spuntando dai monti, il cielo era azzurro e limpido, suonavano le campane del paese. La Signora Rebecca si era appena svegliata, a causa del suo cagnolino che  era saltato sul letto ed aveva cominciato ad abbaiare perché voleva uscire. Rebecca aveva fatto colazione, aveva deciso di indossare un lungo vestito lilla e di portare con se un ombrellino per il sole ed era uscita di casa per fare una passeggiata all’aria aperta. Si era incamminata insieme al suo yorkshire e erano arrivati in un parco dove si potevano lasciare i cani liberi. Mentre il cagnolino gironzolava tra i cespugli ,la signora aveva deciso di proseguire la passeggiata lungo il sentiero. Si era accorta che un pittore stava ritraendo sulla sua tela ,proprio quell’angolo di parco che stava percorrendo. Il pittore era rimasto subito affascinato da quella figura femminile e senza nemmeno un esitazione le chiese se poteva posare per lui. Si scambiarono qualche sguardo ridente e compiaciuto e alla fine la donna accettò di farsi ritrarre. 

Un' avventura senza precedenti di Kirsten Capurso
Tutto stava cadendo a pezzi nella città vicina a noi ,mancavano solo due ore all'arrivo dell'uragano e i miei genitori non erano ancora tornati :"Usciamo tesoro; torniamo tra qualche ora " L'ultima frase prima di scomparire.Guardai fuori e vidi ancora tutto " normale" il ponte arcobaleno, il cartello bianco senza scritta e il cielo di metà pomeriggio. Ma non era il momento di soffermarsi ad abbracciare la mia dolce di città:dovevo assolutamente trovare un posto dove nascondermi così preparare uno zaino con dentro un po' di tutto:tre succhi  ,due bottiglie d'acqua, una felpa 5 pacchetti di croccantelle,5 buste di cibo per il mio gatto e una ciotola, ma stavo dimenticando qualcosa :" Oddio dov'è il telefono ?"Dopo averlo trovato misi Toby nel trasportino e notando che erano già le 6:00 di pomeriggio presi le chiavi, dei soldi ,lo zaino e ovviamente il mio piccolo micetto e uscii.
Coricai il tutto sul cesto della mia bici tranne Toby; lui soffriva la bici ... non sapevo come fare ma alla fine decisi di mettere al posto del bauletto dove normalmente tengo il casco. Pedalai fino al parco di centro città e bevvi un succo. Il tempo passava e io dovevo ancora trovare un posto dove nascondermi mi venne in mente che nel lago alla fine del ponte arcobaleno c'era una grotta alla quale era collegata una leggenda:molto tempo fa una creatura oscura era uscita alla luce del sole .Tanta luminosità le feriva gli occhi così li chiuse tutti tranne due . Si era coperta con un mantello che però non l'aveva aiutata così aveva scavato una grotta dentro un lago. Questo perché la creatura voleva tornare nel suo mondo ma non ci riusciva Aveva aperto invece un varco che portava in un mondo parallelo . Decisi di cercare la grotta e neanche il tempo di metteretutto a terra che l'acqua scomparve . Corsi verso l'insenatura che vedi sul fondo del lago:era la grotta . Così con tutte le cianfrusaglie che mi ero portata dietro amplificai la luce del mio telefono e in men che non si dica mi trovai nel mondo attuale al quale mi sto abituando . E non è tutto in questo mondo ci sono anche i miei genitori e mia sorella .Adoro questo posto e per nessuna ragione vorrei tornare indietro.

Lettera d'addio di Federica Olcese
Il quadro che ho scelto della mostra degli impressionisti è stato dipinto da Vincent Willem Van Gogh tra il 1853 e il 1890 circa e s'intitola "la riva dell'Oise ad Auvers".
La sua residenza stabile è nella mostra al Detroit Institute of Arts, negli Stati Uniti d'America.
La mia storia narra di una donna di circa trentotto anni, che si è allontanata dai figli per leggere la lettera del marito partito in guerra.
Quest'ultima ha tre splendidi figli , tutti maschi di età non tanto lontane tra loro ed ancora molto piccoli, tenuti in quel momento dalla madre della donna.
Lei si trova sulle rive di un fiume , seduta su una barca a piangere. In mano ha la lettera del marito ma non ha il coraggio di leggerla per paura del contenuto.
Dopo un lungo tempo decide di aprirla e di superare ogni sua paura. Purtroppo non l'aspettavano buone notizie e legge : "Cara moglie, se stai leggendo questa lettera vuole dire che io sono morto, ma questo non vuole dire che non sono più nei vostri cuori, soprattutto nel tuo.
Non dimenticarti mai dei bei tempi passati insieme , le nostre lunghe passeggiate , il nostro grande amore.
Mi dispiace immensamente per i nostri tre figli , che non posso essere per loro un modello maschile da seguire, e che non posso insegnare loro niente, ma ho immensa fiducia in te amore mio !
Non potrò mai darmi pace per il 
Dal tuo più grande ammiratore.. ti amo Eleonora , non mi dimenticare mai e racconta di noi ai nostri figli.

Un sogno che diventa realtà di Giulia Malaguti
Un po' di tempo fa, in una piccola casa di campagna, viveva una ragazza di nome Corinne assieme ai suoi genitori e a sua sorella minore Celì. Corinne aveva una grande passione per la danza che però a causa dei suoi genitori non era riuscita a coltivare. Per guadagnare un po' di soldi, lavorava in una pasticceria lì vicino e quando tornava a casa, senza farsi scoprire dai genitori, dedicava circa un'ora del suo tempo libero a ballare o a inventare nuove coreografie. Un giorno, mentre stava facendo una delle sue solite consegne in paese, notò una scuola di danza dove molte ballerine si stavano allenando per partecipare ai provini nelle grandi città. Corinne si fermava a guardarle per circa una mezz'ora e pensava a quanto sarebbe stato bello essere una di loro. L'insegnante l'aveva notata già parecchie volte. Un giorno nonostante piovesse, Corinne si fermò comunque ad osservarle e quando fu ora di tornare a casa, inciampò su un bidone. L'istruttrice le chiese come mai tutti i  giorni si fermava davanti alla palestra e lei si giustificò dicendo che avrebbe sempre voluto fare la ballerina, era il suo sogno fin da quando era piccola. La maestra la invitò così il giorno dopo a partecipare alla prove  per tentare di entrare a far parte di quella scuola. Corinne senza sapere a che cosa stesse andando incontro accettò. Passò quasi l'intera sera a preparare la coreografia da presentare fino a quando decise di andare a dormire in modo da essere pronta per quell'importante giornata. Il giorno seguente si presenta puntuale in palestra, era molto agitata, probabilmente anche perché i suoi genitori non sapevano nulla. Poco dopo sentì il suo nome e si recò così nella sala dove si stavano svolgendo le audizioni. Corinne riuscì a passare con un'esibizione a dir poco perfetta e ricevette anche i complimenti dagli istruttori presenti. Tutta felice e soddisfatta tornò a casa anche se man mano che si avvicinava la tensione saliva perché non sapeva come raccontare ai suoi genitori tutto quello che era successo. Una volta finita la cena prese coraggio e spiegò loro tutto. I genitori dopo aver ascoltato si arrabbiarono tantissimo e le imposero di abbandonare la scuola. Corinne continuò comunque ad allenarsi dopo il lavoro, quello era il suo sogno e quello era ciò che voleva fare. Un giorno passò di lì per caso suo padre e rimase deluso perché Corinne gli aveva disubbidito ma allo stesso tempo era stupito nel vedere ciò di cui era capace la figlia. Per Corinne, era una sera come le altre ma non sapeva che un fatto le avrebbe cambiato la vita per sempre. I genitori la stavano aspettando in cucina per darle la notizia: avrebbe potuto continuare a ballare e a far parte di quella scuola. Corinne era felicissima e ringraziò i genitori per la grande opportunità che le stavano offrendo. Da quel momento Corinne divenne una delle ballerine più talentuose di Parigi!

Un cielo rosso, l'unica speranza Lucia Caridi
Basta. Basta spari. Basta bombe. Basta "all'attacco". Queste sono le parole che mi tormentano, cosa faccio? Scappo? E se poi mi scoprono? Se mi uccidono come disertore? No, non posso, sarebbe troppo rischioso ed umiliante.
Ma questa guerra è assurda, troppi morti.
La nautra che ci circonda sembra irreale rispoetto alla tregedia della guerra, ma forse a essere irreale è proprio lei, la guerra. Un proverbio dice: "Rosso di sera bel tempo si spera" chissà se il detto vale anche per la guerra.
Forse il pulviscolo rosso nel cielo porterà la quiete domani, anche se sarà una quiete di morte.
Scappo. Ho deciso. Corro, non mi fermo.
Le montagne mi proteggeranno. La Luna è bassa nel cielo, ecco il mio quadro perfetto.
Prendo tela e pennello e immortalo quest'immagine, colgo l'attimo per ricordare per sempre.


Paradiso segreto di Elena Fiori Viviani
"Etciuuuuuuuuu" starnutii cosi' forte che mi spaventai. Quanta polvere c'era quassu'! Mi trovavo in soffitta dal primo mattino, avevo deciso di fare ordine e dare via cio' che non mi serviva piu'. In quel momento ero sola in casa,mio marito Claude era uscito per incontrare un critico d'arte.
Dopo un'altra ora di lavoro finii e, mentre stavo per scendere,notai qualcosa brillare dietro uno scaffale. Mi avvicinai e vidi che si trattava di un vecchio scrigno impolverito. Solo la serratura era splendente,come se fosse nuova. Aprii lo scrigno e vidi che conteneva solamente un foglietto di carta ingiallito dal tempo ed una chiave antica molto elaborata. Presi la chiave e scesi,andai da Claude e gli chiesi: " Caro ma cosa sarà mai questa chiave? Che cosa apre?"
Lui rispose in maniera vaga: "Camille tesoro,non ti crucciare per motivi tanto banali."
Ma io ero decisa a scoprirlo,non mi sarei arresa cosi' facilmente. L'indomani uscii in giardino, tra i miei amati gladioli colorati e profumati, e cominciai a chiedermi cosa potesse aprire quella misteriosa chiave. Passata circa mezz'ora vidi una porticina nascosta tra l'edera,senza ensarci due volte presi la famosa chiave che magicamente l'apri'. "Strano" pensai,vivevamo in quella casa da ormai sette anni e non mi ero mai accorta di niente,nonostante passassi ogni pomeriggio nell'amato giardino. Lasciai stare i motivi della "comparizione" della porticina ed entrai,rimasi a bocca aperta per lo stupore: c'erano alberi da frutto ornati da succose pesche e rossi ciliegie,una quantita' indescrivibile di fiori faceva capolino dall'erba tenuta con cura. Per completare il magnifico spettacolo un tavolino bianco era posto al centro,all'ombra di un albero. Rimasi stupefatta,andai da Claude correndo e gli dissi: "Claude,ho appena visto il paradiso". 

La storia di una piccola lupa di Marika Sistini
La famiglia Brian amante dello sci decide di partire per la montagna nelle vacanze di Natale per approfittare delle giornate di sole e dalla neve appena caduta. Quando sono tutti pronti per partire nasce un intoppo: tutti gli alberghi cantattati non accettano la loro lupacchiotta Kira, uno splendido esemplare di lupo cecoslovacco di circa un anno. Questo però non li ferma, sono decisi a partire e l'unica soluzione che trovano è abbandonarla a metà del tragitto. Tutto ad un tratto Kira si trova in mezzo alla strada innevata e solitaria e nonostante la sua folle corsa non riesce a raggiungere la macchina che corre via senza aspettarla. Impaurita e disorientata inizia a girovagare nei boschi bianchi e deserti dove, dopo aver percorso numerosi chilometri, esausta ed affamata sviene venendo ricoperta dalla neve caduta dal ramo di un albero. Buck il lupo fedele di Albert, un ragazzo di cuore nobile che vive in questi freddi boschi, grazie al suo fiuto infallibile riesce a trovare la lupacchiotta sotterrata dalla neve. Con molta cura Albert  prende tra le braccia Kira portandola al coldo nella sua casa dove, dopo qualche ora riprende conoscenza. Kira si risveglia stordita ed ancora più impaurita, in una piccola casa di montagna vicino al calore del fuoco del camino. Dopo aver mangiato i biscotti che si trovavano vicino a lei, inizia a gironzolare per la casa dove ad un tratto incontra Buck e Albert appena tornati dalla caccia. Appena li vede Kira si rassicura e capisce di aver trovato una nuova famiglia. Nei guiorni seguenti Buck le insegna come non perdersi nei boschi e come ritrovare la strada di casa. Subito i due lapacchiotti diventano inseparabili e tra loro nasce una profonda amicizia. Un giorno i due accompagnati da Albert decidono di avventurarsi nel cuore del bosco in cerca di cibo. Ad un tratto si sentono delle urla, sono di un ragazzo che cadendo in un fuoripista con lo snowboard si è ferito. In suo aiuto arrivano Albert ed i lupi che chiamano subito i soccorsi. Il ragazzo è Claudio, il padroncino di Kira. La famiglia Brian si pente di averla abbandonata però la lupacchiotta decide di vivere per sempre con Buck e Albert la sua nuova famiglia. Passati due anni Buck e Kira hanno un cuccioletto e si ritrovano ad osservare le loro montagne al chiaro di luna insieme al loro padrone, ricordando il giorno in cui si sono incontrati.

Il mistero del parco di Matilde Torre
La signora Cécile Rouge stava passeggiando apparentemente tranquilla e serena in quello splendido giardino assorta nei suoi pensieri. In realtà era molto emozionata e concentrata sui particolari delle aiuole che la circondavano.
Tutto aveva avuto inizio alcuni anni prima,in una piccola e antica bottega di robivecchi nel seminterrato di un palazzo situato in un freddo e buio vicoletto di Parigi. Frugando tra i tanti oggetti il suo sguardo venne catturato da un piccolo diario impolverato le cui pagine ingiallite nascondevano un'intricata storia d'amore tra una spia russa e una nobildonna parigina.
In questo diario la signora francese raccontava che per non essere scoperti si incontravano segretamente e comunicavano per lo più tramite lettere. 
Quando l'identità di lui fu chiara il controspionaggio francese lo rapì e lo giustiziò. Lei, tormentata dal dolore, non riuscì a bruciare le poche lettere rimaste così le seppellì in una magnifica aiuola di gladioli di un giardino misterioso non identificato.
In molte altre pagine veniva però descritto nei minimi particolari il giardino dove tante volte i due giovani si erano incontrati di nascosto. Allora Cécile intuì che le lettere erano state probabilmente sotterrate in quel giardino a lei tanto caro.
Mettendo insieme gli indizi provenienti dalle accurate descrizioni diede inizio alla sua appassionata indagine. Impiegò circa due anni a capire che il giardino di cui tanto si era parlato si trovava all'interno dell'importante parco naturale nei pressi della sua casa di villeggiatura in Costa Azzurra.
La signora Rouge cominciò a trascorrere tutte le sue giornate in questo parco in cerca di qualche indizio.
Quando aveva ormai perso quasi tutte le speranze si accorse che su una delle pietre che delimitavano una meravigliosa aiuola di gladioli erano incise le iniziali dei nomi dei due amanti. L'emozione fu forte, ma non poteva dare nell'occhio perciò rimase apparentemente tranquilla e continuò a passeggiare.
La notte stessa tornò all'aiuola e scavando più silenziosamente possibile disseppellì il piccolo scrigno contenente le carte da lei tanto cercate, Dopo aver sistemato al meglio l'ambiente circostante si avviò precipitosamente verso casa. Si rinchiuse in camera, iniziò a leggere e scoprì un inimmaginabile segreto: dalla relazione dei due era nata una bambina che altri non era che sua madre scomparsa 

Paesaggio sotto la luna invernale di Matteo Carli Ballola
Per riuscire a trovare le condizioni giuste per il quadro Kirchener dovette arrampicarsi sulla cima di una montagna dove dipinse il cielo e gli alberi. Quando finì i due soggetti, venne fatto scivolare più in basso da un cedimento del terreno, prese una botta alla nuca e perse i sensi. Dopo essere rinvenuto il pittore si rese conto che era venuta notte e così adattò il quadro alla nuova condizione e cercò di compensare l' oscurità rendendo i colori più chiari ma si confuse e utilizzò colori freddi notturni.

L' Evocazione delle farfalle di Sofia Solinas
E' la seconda volta che visito la mostra degli impressionisti ma non mi stanco mai di guardare le opere dei grandi.
Ascolto la voce della guida, ma guardo un quadro che non è quello spiegatoci.
Si chiama ''l' Evocazione delle Farfalle".Quando sono andata alla mostra per la prima volta non avevo notato questo fantastico quadro. L' intenso color mandarino mi riporta alla vacanza passata in Egitto con i miei amici.
Eravamo dei bambini piccoli e spensierati allora e ci divertivamo tanto a inseguire quelle fantastiche farfalle dai colori vivaci nei prati verdi:io inseguivo una dalle tonalità del blu e del verde con qualche punta di rosso sulle  ali. Non sò il perchè ma sembrava che quella piccola creatura si divertisse ad essere inseguita.
Quando quella sera calò il sole tornai a casa e raccontai la mia fantastica avventura a mia madre che era in compagnia di un uomo egiziano che quando mi sentì parlare della farfalla fece un balzo indietro ed esclamò: "Quella è una farfalla molto rara!!"
Io ,sorpresa, gli chiesi altre informazioni e scoprì che oltre ad essere rara era anche una sorta di portafortuna che sceglieva solo le persone con un cuore puro per poter avere compagnia.
Il giorno dopo ritornai nel prato e la rincontrai e sembrava triste io le chiesi il perchè e lei mi portò in un luogo che sembrava distrutto da una forza non naturale io le chiesi se era il suo villaggio e lei , con le sue antenne, mi fece cenno di sì.
Io non sapevo che fare e così cercai di rendere felice la farfalla con un fiore molto raro in Egitto ma comune in Italia che portavo tra i capelli.
Lei guardò il fiore molto attentamente ma non sembrava interessata. Non sapendo che fare le mostrai dei portafortuna che mi ero portata in valigia ma lei continuava a disinteressarsi.
Passato l' intero pomeriggio nel campo tornai a casa e dopo aver cenato pensai attentamente a cosa avrebbe potuto rendere felice la farfalla ma quando al giorno dopo ritornai nel solito posto dove la incontravo non la trovai e capii che probabilmente mi aveva lasciato.